
Ora che i figli sono cresciuti e c’è bisogno di una stanza in più, Barbara sta per lasciare questa casa. Ma prima di traslocare ha voluto raccontarci la passione, i relooking e le idee furbe che in 15 anni hanno ridisegnato gli spazi familiari. Grazie anche ai nostri consigli!
«Abbiamo acquistato questo trilocale 15 anni fa, quando nostro figlio Jacopo aveva poco meno di un anno. Ci avevano convinti la palazzina di recente costruzione, gli spazi razionali, due bagni, le ampie vetrate sul terrazzino che per tanti anni è stato un vero locale in più, con i bambini sempre fuori a giocare» racconta Barbara, insegnante di Milano e nostra lettrice storica.
«L’appartamento era nuovo e non necessitava di lavori di ristrutturazione, ma decidemmo di far spostare la cucina nella zona living per mantenere un locale adibito a studio. E galeotta fu quella cucina che mi spinse fra le pagine di Casa Facile! Avevo decisamente sbagliato qualcosa, e mio marito ancora borbotta quando racconta di quella volta che, dopo essermi consultata con Vanessa Pisk ad uno dei vostri eventi milanesi, gliela feci spostare tutta (basi e pensili!) di 10 cm perché tanto mancava per far stare un frigorifero freestanding in linea, guadagnando spazio sull’altra parete».
Quello fu il primo passo coraggioso di Barbara, poi vennero i cambi di colore, la scelta della carta da parati, l’aggiunta di qualche mobile di recupero, la passione per il relooking… e la seconda figlia, Licia. «Con 6 anni di differenza era chiaro che i bambini non avrebbero potuto condividere la cameretta per sempre» ricorda. «Ma fra un Casa Facile e l’altro, e qualche consulenza con le mie stylist del cuore ho trovato spunti e strategie salvaspazio che ci hanno permesso di ottimizzare e trasformare ogni angolino in base alle esigenze familiari, sempre in divenire».
Quasi tutti i mobili della casa – continua Barbara – sono stati orientati in tutte le direzioni possibili, a volte sono stati dismessi in cantina per poi tornare con una nuova veste e una nuova funzione. «Durante il lockdown abbiamo invertito le camere, lasciando quella grande ai ragazzi, con aree ben definite e dedicate allo studio e allo svago, e abbiamo preso noi la cameretta. Rinunciando a qualche elemento di serie, abbiamo sfruttato ogni centimetro per renderla comunque confortevole e accogliente, come una romantica camera d’albergo quando si prenota all’ultimo minuto!».
I comodini sono stati sostituiti da piccoli sgabelli in legno di betulla costruiti dal papà di Barbara quando era bambina e da una pratica mensola dietro la testiera del letto costruita dal marito, come gli scaffali porta documenti e il mini piano d’appoggio per brevi sessioni di lavoro online. «Abbiamo anche una postazione pc inserita nei moduli della libreria, fatta costruire da un amico falegname, intorno ad una credenza anni ’50 scovata in un mercatino e ristrutturata da noi».
L’ultimo grande cambiamento, due anni fa, è stato quello di abbattere la parete del locale studio per creare una spaziosa cucina a vista sul soggiorno con ampio bancone snack (e office!) e sgabelli che da sempre erano il sogno del marito di Barbara.
«Certo, avremmo potuto trasformare lo studio in una seconda cameretta, direte voi, ma la verità è che, inspiegabilmente, ci trovavamo i figli sempre calamitati nella zona giorno, perciò abbiamo optato per un living più luminoso con i due balconi uno di fronte all’altro, più ampio e versatile per tutti gli usi: rilassarsi, studiare, lavorare, giocare, cucinare, tutti insieme appassionatamente… finché l’adolescenza non ci separi. Ora l’adolescenza del primo figlio è arrivata».
«Negli ultimi 9 anni abbiamo costantemente pensato di cambiare casa e ne abbiamo viste molte ma nessuna ci sembrava che potesse diventare casa nostra. Poi è successo, quando avevamo ormai rinunciato all’idea… Nell’attesa di poterci entrare, fra gli scatoloni da preparare e qualche decluttering, mi sono ritrovata una pila di CF dal 2009 ad oggi: li sfoglio uno per uno, catalogando le idee che potrebbero funzionare nella nuova casa, perché per quanto mi riguarda, una buona idea non teme le mode. Mi rendo conto ora che questa casa è stata per me una palestra in cui mi sono allenata a gestire gli spazi, accostare i colori, definire il mio stile, riconoscere e curare il bello. Grazie per essere il mio team di allenatori!».