
La Fondazione Achille Castiglioni apre le sue porte con una mostra inedita e divertente e profonda allo stesso tempo: “GIOCO e PROGETTO, PROGETTO è GIOCO… Non prendiamoci troppo sul serio” è un’occasione unica per riscoprire uno dei volti meno raccontati di Achille Castiglioni: quello giocoso, ironico, leggero ma mai banale.
Fino al 27 maggio 2026 la mostra ci invita a entrare in un mondo fatto di meraviglia e intuizione. A ideare il percorso è Giovanna Castiglioni, figlia di Achille e instancabile divulgatrice del suo pensiero. L’idea nasce da una delle domande più frequenti durante le visite guidate in Fondazione: “Ma tuo papà giocava con te? E quali erano i vostri giochi?”.
Da qui, un viaggio nella memoria familiare e negli archivi personali, per scoprire che, pur non avendo mai progettato giochi, Achille li ha sempre amati, collezionati, osservati, usati per divertirsi e per pensare.
Uno dei filoni principali della mostra è dedicato alle trottole, quelle che Achille ha raccolto nel tempo e che poi ha regalato al figlio Carlo, il quale ha continuato la collezione con entusiasmo. In mostra si trovano trottole di ogni genere: in legno tornito, metallo, plastica, colorate o essenziali, provenienti da diversi paesi e culture. Alcune sono pezzi rarissimi, altre sono semplici giocattoli da edicola, ma tutte condividono un fascino eterno.
La trottola, infatti, incarna alla perfezione l’essenza del progetto “alla Castiglioni”: apparente semplicità, ma grande intelligenza funzionale. Serve tecnica per costruirla e abilità per farla danzare. Non è solo un gioco per bambini: è un oggetto poetico che chiede attenzione, esercizio, equilibrio.
Nella stanza dello specchio, si trovano le “Wunderkammer”: vetrinette piene di oggetti raccolti da Achille nel corso della sua vita. Non grandi icone del design, ma piccoli frammenti di genialità quotidiana. Fermacarte, fischietti, mollette, giocattoli meccanici, oggetti anonimi e talvolta senza nome, ma con una precisa ragione d’essere. Alcuni sono regali di amici, altri sono frutto di viaggi, tutti raccontano la capacità di Castiglioni di osservare l’ordinario con occhi straordinari.
Un’intera sezione è dedicata ai giochi dei figli, Carlo e Giovanna. Ci sono costruzioni, puzzle, giochi d’ingegno e memoria. Oggetti che oggi Giovanna utilizza anche nelle conferenze internazionali, per spiegare il pensiero progettuale del padre attraverso l’esperienza ludica. Perché, come ama dire, “il gioco stimola l’intelligenza e può diventare una vera ginnastica mentale”. Nella stanza dei prototipi, tradizionalmente dedicata al racconto della progettazione industriale, viene dato spazio a progetti giocosi: oggetti che sembrano nati da un’intuizione infantile o da una sfida tra amici, e che invece si rivelano perfetti esempi di equilibrio tra forma, funzione e sorpresa.
Non poteva mancare un omaggio a coloro che condividevano con Achille questo sguardo curioso e divertito sul mondo. Nella sala delle riunioni si trovano riferimenti ai grandi maestri con cui Castiglioni ha collaborato o si è confrontato: Bruno Munari, Enzo Mari, Max Huber, Aoi Huber Kono, solo per citarne alcuni. Non si tratta di semplici citazioni: sono esempi concreti di come il gioco fosse spesso il punto di partenza per invenzioni geniali, per visioni nuove, per esperimenti formali e concettuali.
Il designer Marco Marzini ha curato l’allestimento con lo stesso spirito giocoso della mostra. Ha creato un grande “emporio di giochi”, usando pannelli bianchi di faesite forata che ricordano le pareti degli antichi laboratori scolastici o delle botteghe artigiane. Il suo obiettivo era rendere i giochi azionabili, toccabili, vivibili. Il visitatore si ritrova immerso in un ambiente dove nulla è statico e tutto invita alla partecipazione. All’ingresso, le illustrazioni di Carlo Stanga accolgono il pubblico come in un teatrino di marionette, con personaggi curiosi che sembrano pronti a raccontare storie.
Durante tutto l’anno, la Fondazione organizzerà laboratori, incontri, workshop e conferenze, anche in collaborazione con altri musei e istituzioni. Un’occasione per approfondire il legame tra creatività e gioco, tra design e sperimentazione, coinvolgendo non solo designer e architetti, ma anche famiglie, bambini, appassionati di tutte le età.