
Se un alieno mi domandasse cosa significa partecipare alla Milano Design Week per chi lavora nel mondo dell’arredo e del design, glielo spiegherei così: immagina di dover cercare conchiglie su una spiaggia spazzata da un tornado.
In quella manciata di giorni la sfida è decidere a quale degli oltre mille eventi partecipare (quest’anno se ne sono registrati 1066), senza possedere la giratempo di Hermione Granger (la citazione è per gli appassionati di Harry Potter) e con una certezza: incontrerai sempre qualcuno che ti dirà che la cosa più interessante è quella che ti sei perso.
Io con gli anni ho imparato a selezionare cosa vedere con i miei occhi e a seguire il resto attraverso gli occhi degli altri; ho sviluppato una idiosincrasia per i brand estranei al design che approfittano del grande pubblico per accaparrarsi un pezzetto di attenzione, spesso usando gadget gratuiti per generare code senza senso; amo quando ci sono giovani designer a raccontare di persona la loro idea; e apprezzo che il design porti a visitare ville e zone industriali abbandonate ricordandoci di patrimoni architettonici che dovremmo recuperare.
Ma c’è una cosa che più di tutto vado cercando, in questa faticosissima ed esaltante settimana: entrare nelle case. Amo gli appartamenti che ogni anno tornano con allestimenti diversi. Adoro le dimore borghesi che alcuni brand scovano dentro i palazzi milanesi, custodi egoisti di bellezze segrete: le arredano con scelte scenografiche e visionarie che nulla hanno a che vedere con case realmente vivibili, ma sono iperboli progettuali e decorative che costruiscono mondi. Eccessive, inarrivabili, da sogno? Sì! e proprio per questo riescono a essere di grande ispirazione.
Entrare in queste case è come seguire le sfilate di alta moda sapendo che un giorno quel punto di ceruleo dalle passerelle arriverà nei nostri guardaroba e conquisterà i nostri desideri, come spiega Miranda Priestly nella celebre scena de ‘Il diavolo veste Prada’. E quando la Design Week propone ‘idee di case’ – come abbiamo cercato di fare anche noi di CasaFacile nei 37mq della nostra Floating Home – credo riesca a mostrare il design come una cosa al servizio della vita quotidiana. Esattamente ciò per cui è nato!
Francesca Magni, direttrice