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È tra i designer più importanti della sua generazione e tra più prolifici, con oltre 2.000 progetti di interior e product design, caratterizzati dal Wanders’ touch…

Il suo è un tratto eclettico e fantasioso, irriverente a volte, sempre riconoscibile. Questo incontro è l’occasione per fare un bilancio del suo lavoro.

Dopo oltre 30 anni di attività come designer, a che punto della carriera sente di essere? «Ho chiuso il mio studio nel 2022, è stata una scelta di vita. L’idea era quella di fare meno, di avere un approccio più personale ai progetti e selezionare i lavori ai quali dedicarmi, libero anche dalla responsabilità dei circa 80 professionisti che lavoravano per e con me, nello studio».

Però ad aprile ha siglato una importante collaborazione… «Sì, con un grande studio di design cinese, CCD/Cheng Chung Design: abbiamo dato vita a una partnership che ci vedrà lavorare su progetti comuni, con uno staff super professionale. Allo stesso tempo continuerò a lavorare con alcuni dei brand per i quali ho sviluppato progetti in questi anni e ovviamente andrà avanti l’avventura di Moooi, il marchio fondato con Casper Vissers nel 2001. Ma non sento più il bisogno di fare chissà quante cose».

Con la maturità, pensa che una delle missioni del design sia renderci più felici? «La mia, la nostra missione è creare un ambiente d’amore, vivere con passione, realizzare i sogni più emozionanti. Gli oggetti risvegliano negli altri delle emozioni, ma ognuno ha un approccio differente. Io voglio mettermi in relazione con chi si interessa al mio lavoro, senza escludere nessuno. E creare il valore massimo che duri per il tempo più lungo possibile utilizzando il minimo di risorse. Se non crei valore, allora il tuo lavoro è inutile».

Intervista di Claudio Malaguti