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Una mostra da non perdere per chi ama l’arte che sorprende e diverte. È “Flowers of My Desire” e raccoglie oltre trent’anni di lavoro di Joana Vasconcelos, una delle artiste più originali della scena internazionale. La cornice è quella del pittoresco borgo di Ascona, affacciato sul lago Maggiore, dove il Museo Comunale d’Arte Moderna ospiterà, per tutta l’estate 2025, questa grande retrospettiva.

Joana Vasconcelos è nata a Lisbona nel 1971, ma le sue opere hanno girato il mondo: ha partecipato a tre Biennali di Venezia ed è stata la prima donna a esporre con una personale alla Reggia di Versailles e al Guggenheim di Bilbao.

Il suo stile è inconfondibile: mescola oggetti di uso quotidiano, ironia, materiali inaspettati e una forte attenzione ai temi legati all’identità femminile, alla memoria, alla società dei consumi.

Il percorso espositivo, curato da Mara Folini e Alberto Fiz, si sviluppa su due piani del museo e invita i visitatori a entrare nel mondo creativo di Vasconcelos senza pregiudizi.

Già all’ingresso ci si trova davanti a Wash and Go (1998), un’installazione che ricorda un autolavaggio, con due rulli colorati che simbolicamente “ripuliscono” chi passa. Poco dopo, ci si imbatte in La Baronessa (2023), una gigantesca scultura tessile alta dieci metri che sembra abbracciare l’edificio e che rende omaggio a Marianne Werefkin, artista a cui è dedicato il museo.

In mostra ci sono anche opere famose come Red Independent Heart (2013), un enorme cuore rosso che ruota accompagnato dalla musica del Fado portoghese, costruito interamente con forchette di plastica, oppure Flowers of My Desire, l’installazione che dà il titolo alla mostra, in cui piumini da spolvero diventano fiori colorati, belli ma anche inquietanti, racchiusi in una struttura metallica.

C’è poi un letto realizzato con blister di medicinali (Cama Valium), un frigorifero pieno di pellicce profumate dal messaggio provocatorio (Menu do Dia), e un divano con fiori di plastica che profumano di naftalina (Brise). Tutto, nella visione dell’artista, può essere ripensato: un mobile vecchio può trasformarsi in un’opera d’arte, un oggetto banale può diventare simbolo di qualcosa di più profondo.

Un’intera sezione della mostra è dedicata ai cosiddetti Stupid Furniture, arredi dismessi che Vasconcelos rivisita con forme colorate e morbide, dando loro nuova vita. I titoli – come Caldi Abbracci, La Sirenetta, Lollobrigida – evocano affetti, ricordi, emozioni familiari.

Una parte importante del lavoro dell’artista riguarda anche il tessile. Nelle sue Crochet Paintings, ad esempio, Vasconcelos usa il filo e l’uncinetto come se fossero pennelli, superando i confini tra pittura, scultura e artigianato.

In mostra troviamo anche Big Booby, una scultura a parete realizzata con tessuti imbottiti che raffigura un grande seno femminile, giocando tra provocazione e ironia. L’esposizione è arricchita da disegni, appunti e schizzi raccolti nei Cahiers de Ma Vie, veri e propri diari d’artista dove si può scoprire il dietro le quinte del suo processo creativo.

La mostra si inserisce nelle celebrazioni per i 100 anni della Conferenza di Locarno, e porta con sé un messaggio di apertura e dialogo tra culture. Durante i mesi estivi sono previsti incontri, spettacoli, laboratori per adulti e bambini, eventi musicali e anche una sfilata di moda, in collaborazione con associazioni culturali e realtà locali.

Per chi è curioso, per chi ama le contaminazioni tra arte e design, ma anche per chi vuole vivere un’esperienza visiva e sensoriale fuori dal comune, questa è l’occasione giusta per scoprire l’universo sorprendente di Joana Vasconcelos. Fino al 12 ottobre 2025, per informazioni: www.museoascona.ch | @museocomunaleascona