casafacile-di-luglio-2025:-l’editoriale-del-direttore

Cominciamo a cercare una stanza verso l’ora di cena. È la regola dei nostri viaggi itineranti, ogni sera un ‘last minute’. «Guarda tu che hai più occhio», dice mio marito cavandosi d’impaccio con furbizia, e io sfoglio foto di B&B con lo stesso imperativo con cui cerco i servizi di case da pubblicare: deve essere un ambiente che… ‘mi dice qualcosa’’! Un’espressione per me chiarissima, ma che ora devo trovare modo di tradurre in parole per voi.

Mi diceva qualcosa la casa provenzale di Christine, vicino a Isle-sur-la-Sorgue, tovaglie e lenzuola a fiorellini, cuscini impunturati con le rouches, porcellane vintage, cuori di legno e un magnifico pavimento di piastrelle decorate nel bagno: niente di lussuoso, qualche soprammobile di troppo per i miei gusti ma perfetto in quel contesto di poltrone romantiche e sedie in legno. Un mondo vero che parla di lei.

Mi diceva qualcosa la stanza con spesse mura in un palazzetto provenzale fine ’700 ingentilita da porte dipinte di verde salvia, dai cuscini ciliegia abbinati al lampadario e all’abat-jour, e dai mobili d’epoca recuperati. L’ospite era lo svedese Håkan, che la mattina a colazione nella sua bella cucina tutto-a-vista rimpinguava le portate a seconda di quello che, con la coda dell’occhio, intuiva gli ospiti gradissero di più: a noi frutti di bosco, agli americani altre uova, ai francesi più burro…

Mi diceva qualcosa la suite nel centro storico di Dolceacqua dove Rossana ci ha accolti con l’iniziale ruvidità dei liguri per poi rivelarsi una donna calorosa e affettuosa; e se – lo ammetto – forse non avrei scelto quel rivestimento per le pareti, mi sono però commossa per la cura che ha usato nel comporre l’ambiente, per il dettaglio del pacchetto di fazzoletti sul comodino accanto a un taccuino e una matita, per l’accappatoio e le ciabatte, segni gentili e non dovuti in un B&B.

Una stanza che ‘mi dice qualcosa’ non è solo né necessariamente di mio gusto, ma è una stanza ‘che parla’. Racconta di qualcuno che non ha curato solo gli aspetti funzionali, ma ha aggiunto quell’essenziale del décor che sì, in questo caso è visibile agli occhi, e parla anche al cuore. Quel décor grazie al quale dormire in una stanza diventa un modo per incontrare persone.

Francesca Magni, direttore